Sul tema dell’attribuzione dei diritti di esclusiva nell’ipotesi di creazioni realizzate utilizzando l’intelligenza artificiale, Elisabetta Berti Arnoaldi è stata intervistata da Dario Aquaro e la testimonianza è pubblicata oggi dal Sole24Ore nell’articolo: Brevetti Industriali e Copyright al test dell’intelligenza artificiale.

Nello specifico ambito del design industriale sta crescendo il ruolo e l’importanza dell’intelligenza artificiale in un processo creativo sempre più indipendente rispetto all’intervento dell’uomo.

Non può tuttavia sfuggire che l’attività delle macchine creatrici deriva dall’investimento del c.d. imprenditore della ricerca, soggetto preminente in tutti i lavori effettuati in team.

Come per la Ricerca e Sviluppo, è dunque all’imprenditore della ricerca, che ne promuove e organizza i processi che comprendono l’impiego delle macchine creatrici, che competono gli eventuali diritti di esclusiva.

Questa è, tra l’altro, la soluzione già adottata nella disciplina del Copyright, design and patent act inglese che già dal 1988 prevede che che nel caso di opera realizzata per mezzo di un software, la titolarità sia del soggetto che ne ha previsto e organizzato il funzionamento.